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Da quando si parla di métaverse, i discorsi sono spesso rivolti alle grandi opportunità per gli utenti, le imprese e i marchi. Tuttavia, si presentano molte possibilità di attività meno positive. Il voltaggio, l'usurpazione dell'identità, la diffusione di informazioni errate, il furto di denaro... Tutte queste attività, che in questi giorni sono già ben rappresentate sul tappeto, possono essere presenti anche nel métaverse, ed è questo che mette di fronte gli studiosi del settore delle soluzioni di sicurezza, è importante riflettere non solo sulle opportunità di questo strumento, ma anche sui rischi e sul suo cattivo utilizzo per proteggere meglio gli utenti.
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All'inizio del 2021, il gruppo M6 ha confermato la vendita della rete M6 e ha sottolineato l'interesse di consolidare il settore dell'audiovisivo. Dopo numerose discussioni, la vendita doveva essere effettuata anche da TF1 per fondere le due emittenti. Mentre l'accordo proseguiva il suo corso, l'inchiesta dell'autorità della concorrenza, che ha messo in dubbio la creazione di un gigante dell'audiovisivo con la fusione delle due emittenti, ha spinto le due parti ad annullare di comune accordo la fusione. Dopo aver ricevuto nuove proposte di risarcimento, il gruppo decide infine di non vendere più la società. Una situazione di rilancio del tutto inattesa dopo i numerosi scambi avvenuti da circa due anni.
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Dopo le discussioni ben avviate tra Elon Musk e Twitter per il ritiro del sito, il direttore di Tesla si è ritirato dal progetto. Il sospetto sul numero di falsi conteggi e quindi sull'impatto sulle performance pubblicitarie della piattaforma è stato all'origine di questo ritiro, come hanno dichiarato le due parti davanti al tribunale.
Mentre il processo si avvicina a grandi passi, la novità fa di nuovo la sua comparsa: Elon Musk vuole acquistare Twitter, allo stesso prezzo iniziale stabilito più di un mese fa, ovvero 44 milioni di dollari. È per evitare una perdita al processo che, se la proposta di riacquisto è accettata da Twitter, non avrà luogo?
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Circa 90 siti internet francesi sono stati valutati per questo barometro: i siti del CAC 40, i siti di e-commerce, i media, i servizi pubblici...
Il bilancio stilato da Razorfish France e Green IT è inequivocabile: ogni anno, i siti web francesi rigettano circa 8 milioni di kg di CO2eq, pari a 1140 giri del mondo. Inoltre, i siti consumano una quantità d'acqua astronomica: 119 milioni di litri d'acqua, pari al consumo d'acqua di un francese comune per oltre 2200 anni.
Se lo studio permette di aprire gli occhi sulle emissioni digitali e, in particolare, sui siti, propone anche alcuni consigli per ridurre questi dati: rivedere i codici Javascript del sito, ridurre le immagini e i video, creare dei dipendenti su questi argomenti.
Per conoscere l'impatto del digitale, e in particolare le emissioni di gas a effetto serra delle campagne pubblicitarie digitali, si veda il nostro studio sul tema.
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