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Lontano dal picco di 2,3 milioni di utenti attivi giornalieri raggiunto all'inizio di luglio, poco dopo il suo lancio, Threads è ora più un ripensamento che un tema caldo. Sono finiti i giorni in cui decine di milioni di appassionati si iscrivevano in poche settimane: ad agosto, l'applicazione di microblogging sta operando con meno di 600.000 utenti attivi giornalieri e il tempo trascorso sull'applicazione si è ridotto di tre minuti. Un tempo soprannominata "Twitter Killer", la nuova piattaforma di Meta non è trascurata solo dagli utenti ma anche dagli inserzionisti, molti dei quali hanno ridotto drasticamente il loro impegno. Nel tentativo di ringiovanire Threads, Meta ha lanciato la versione web browser dell'app il 24 agosto. Solo il tempo ci dirà se questo sarà sufficiente a ravvivare l'interesse. Per quanto riguarda il futuro della piattaforma, gli esperti non sono necessariamente pessimisti e si aspettano che le nuove funzionalità in arrivo ne incoraggino l'adozione. Una piccola vittoria per Threads, forse: il suo più grande rivale, Twitter, è ancora costantemente caotico come ci si aspettava.Leggi di più sul lancio su The Guardian e trova le opinioni degli esperti sul futuro di Threads su The Drum
Due recenti rapporti della società di misurazione e analisi dei media Adalytics sollevano preoccupazioni in merito alla segnalazione, alla qualità dei media e al posizionamento degli annunci su YouTube. Il primo, pubblicato a fine giugno, ha rivelato problemi diffusi nella segnalazione dei media e nella qualità degli annunci che riguardano Truview, l'offerta di annunci video dell'azienda. Adalytics ha riferito che gli standard di qualità di Google per gli annunci sono stati violati l'80% delle volte. Il secondo rapporto, pubblicato il 17 agosto, suggerisce che YouTube (una proprietà di Google) a volte serve annunci pensati per gli adulti - ad esempio per automobili o carte di credito - su contenuti esplicitamente "per bambini". L'interazione con questi annunci potrebbe comportare il tracciamento online, violando il Children's Online Privacy Protection Act (Coppa), una legge federale statunitense pensata per proteggere la privacy digitale dei minori. Nel frattempo, un giudice statunitense ha recentemente respinto l'offerta di Google di respingere un'azione legale collettiva in cui si affermava che l'azienda aveva invaso la privacy di milioni di persone tracciando segretamente le attività, anche nelle modalità "incognito" o private del browser, senza informare esplicitamente gli utenti. La causa, che riguarda gli utenti di Google dal 1° giugno 2016, chiede almeno 5.000 dollari per utente per un totale proposto di 5 miliardi di dollari. Google contesta fermamente sia i rapporti di Adalytics sia le affermazioni dei querelanti nella causa.
Maggiori dettagli su The Drum e Reuters
La piccola azienda newyorkese Global Illumination è stata recentemente acquisita da OpenAI. Nel suo annuncio ufficiale, OpenAI ha dichiarato che l'intero team di Global Illumination si è unito all'azienda per lavorare sui suoi prodotti principali, tra cui ChatGPT, ma non ha fornito altri dettagli. Questa acquisizione è degna di nota non solo perché OpenAI non aveva mai acquisito un'altra azienda nei suoi sette anni di vita, ma anche perché questa startup si è specializzata nell'utilizzo dell'intelligenza artificiale per costruire "strumenti creativi, infrastrutture ed esperienze digitali", tra cui Biomes, il suo clone open-source di Minecraft. Anche se non ci sono indicazioni che i membri del team precedente lavoreranno a progetti simili all'interno di OpenAI, sicuramente porteranno una prospettiva unica all'azienda.
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Gli utenti di Internet dell'Unione Europea, preoccupati per l'effetto dell'algoritmo sul loro consumo di social media, possono scorrere un po' più tranquilli: grazie al Digital Services Act (DSA), possono ora rifiutare del tutto i contenuti "personalizzati" sulle principali piattaforme, tra cui Facebook, Instagram, Snapchat e TikTok. L'opt-out significa che invece di contenuti basati sul tracciamento, il proprio feed mostrerà semplicemente i post in ordine cronologico - un po' un ritorno alle versioni precedenti di alcune piattaforme di social media. Insieme al Digital Markets Act (DMA), una riforma antitrust, il DSA impone ulteriori obblighi ai giganti tecnologici per fornire un ambiente più equo ai consumatori, compreso, ma non solo, il diritto di dire "no, grazie" alle influenze algoritmiche.
Maggiori dettagli su TechCrunch
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